venerdì 12 aprile 2019

Il pendolare di Foucault

Stazione di Rogoredo.
Un panino da **** costa 5 euro e mezzo: il titolare abita al boschetto, evidentemente. Sì, dai, il boschetto di Rogoredo, il bosco della droga. Quello.

Sì avvicina una tossica... ah no è solo brutta. Veramente brutta. No dai, si droga sicuro.

Un addetto ai cestini, con la tuta più pulita del camice di un chirurgo, cambia i sacchetti parlando al telefono - in spagnolo - e ride, ride, si diverte un sacco. E noi ci lamentiamo che in ufficio non funziona il distributore dell'acqua frizzante. Per dire.

Il treno per Greco Pirelli deve essere stato bombardato. Durante la Seconda Guerra Mondiale. Se no non si spiega.

Salgo sul treno. Ci sono più rider qui che ciclisti al Giro d'Italia. E anche loro vanno come un treno. Se ci salgono sopra.

Prendere due treni per andare al lavoro non è difficile. Il casino è metterli d'accordo. O ricordarsi che prima uno, poi l'altro, non tutto insieme ché poi non li digerisci.

I treni hanno il pregio di farti sembrare meno fastidiosa la sinusite.

Al corso di meditazione orientale e rilassamento i primi della classe sono pendolari e utenti del treno. Nessuno come loro riesce a riposarsi, o addirittura a dormire, in ambienti disagevoli, come loro. Ci vuole un lungo allenamento ma alla fine non vinci niente.

Il miglior esempio di espressione tra lo stupore e la gioia la usano i pendolari: "Toh, che coincidenza!".

La coincidenza che ho appena perso, intanto che scrivevo queste vaccate.

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